Novembre è il mese prevenzione tumore prostata, un argomento molto sentito, soprattutto quest’anno e, nel corso dell’articolo, scopriremo e capiremo insieme perché. Il cancro prostatico è una delle patologie maschili a più alta incidenza e, purtroppo, è spesso asintomatico fino a quando non raggiunge stadi importanti, più complicati da trattare e curare. La medicina, negli ultimi anni, ha fatto passi da gigante in ambito di ricerca e di trattamenti oncologici quindi, ad oggi, il tumore prostatico può essere combattuto e sconfitto, a patto di poter contare su una diagnosi precoce. Questo si ottiene solo con la prevenzione: ossia controlli a cadenza regolare fin dalla giovane età.
Il 13 Novembre si celebra la giornata per la prevenzione del cancro alla prostata, che ha per simbolo il nastro blu. Quindi, per convenzione, novembre è anche considerato il mese prevenzione tumore prostata. Perché abbiamo detto, in apertura di questo articolo, che quest’anno il cancro prostatico è un argomento particolarmente sentito? Perché purtroppo, la pandemia di Covid-19 scatenatasi all’inizio del 2020 ha portato con sé tanti disagi a livello sanitario e non tutti legati esclusivamente alla gestione dei malati di SARS-COV-2 e delle terapie intensive a rischio collasso. Il personale medico, decimato dalle quarantene e dalle malattie e impegnato sul campo per affrontare questo evento, è stato costretto a rimandare tutti gli esami e i controlli non ritenuti urgenti. Questo ha comportato lo slittamento di milioni di test di screening per la prevenzione. Si stima, quindi, che un alto numero di uomini possano avere attualmente un tumore alla prostata ma non saperlo, in quanto sono stati costretti a rimandare le visite preventive. Adesso che la situazione sta lentamente rientrando e normalizzandosi è il momento adatto per rimediare e prenotare quanto prima un check-up uro-andrologico. Se hai bisogno di prendere un appuntamento clicca qui e il Dottor Andrea Del Grasso ti riceverà il prima possibile.
Il tumore prostatico è una delle patologie maschili più serie e complicate. E’ influenzato soprattutto da cause genetiche, ereditarie e ormonali ed è legato in particolar modo a un’eccessiva produzione di testosterone. L’età di insorgenza media si attesta attorno ai 50 anni ma le prime avvisaglie potrebbero essere notate anche prima. Esistono diversi tipi di cancro della prostata, non tutti parimenti aggressivi. Questa è una buona notizia, in quanto significa che, in molti casi, se affrontato tempestivamente e con il giusto approccio terapeutico il tumore può essere debellato e si può guarire. La percentuale di successo dipende, però, soprattutto da un fattore: la precocità della diagnosi ossia l’individuazione della patologia nella sua fase iniziale. Per questo è fondamentale sottoporsi a controllo preventivo a cadenza regolare, generalmente almeno una volta ogni 2 anni in giovane età e ogni 12-18 mesi dopo i cinquant’anni, anche più frequentemente se si è soggetti con alto fattore di rischio.
L’esame più immediato e semplice che può far sospettare una neoplasia prostatica è l’esplorazione rettale, grazie alla quale lo specialista può valutare le dimensioni, la forma e la consistenza della ghiandola prostatica. Laddove si riscontrassero anomalie si approfondisce avvalendosi di diagnostica per immagini, in prima istanza l’ecografia e, contestualmente, gli esami del sangue.
Esistono diversi approcci terapeutici per affrontare il tumore della prostata. In alcuni casi può essere una scelta quella di non intervenire ma tenere il paziente monitorato in regime di follow-up stretto, con controlli ravvicinati che permettano allo specialista di valutare l’evoluzione della patologia che, soprattutto in soggetti anziani, può essere a crescita molto lenta. In altri casi si opta, invece, per la resezione totale e chirurgica della ghiandola, abbinata poi a cicli di radioterapia e cure ormonali. Quando si pensa che la chirurgia non sia strettamente necessaria, infine, si può tentare la strada delle radioterapie di ultima generazione come quella a fasci esterni o la brachiterapia.
Infine, sono in fase di sperimentazione i vaccini che, si spera, potrebbero arrivare entro il prossimo decennio.
Parliamo sempre di prevenzione, soprattutto adesso che si avvicina il mese prevenzione tumore prostata ma, in effetti, cosa vuol dire concretamente sottoporsi a un efficace screening di prevenzione?
E’ importante rassicurare tutti su un aspetto molto importante che, spesso, genera ansia immotivata. Gli uomini che hanno avuto uno o più episodi di prostatite acuta non devono ritenersi più a rischio per tumore prostatico anche se, naturalmente, dovrebbero eseguire ugualmente dei controlli periodici, soprattutto se la prostatite di cui soffrono tende a cronicizzare o recidivare. Lo stesso discorso vale per coloro che soffrono di iperplasia prostatica benigna, che non è necessariamente correlata ad un maggior rischio di tumore prostatico ma è una patologia ingravescente che deve essere monitorata regolarmente.
Come quasi tutti i tumori anche quello della prostata è spesso subdolo e rimane asintomatico fino a quando non ha raggiunto una stadiazione importante.
E’ importante dire che questi sintomi possono essere anche indice di malattie molto meno preoccupanti come, ad esempio, una prostatite, una cistite, un’infezione vescicale o del tratto uro-genitale o una iperplasia benigna. In ogni caso, in presenza di uno o più di questi sintomi è importante sottoporsi a visita specialistica per individuarne la causa e procedere con l’eventuale cura. E, contestualmente, escludere una causa oncologica.
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