Rispetto ad altre tipologie di tumore, del cancro della vescica si parla veramente poco. In questo articolo cercheremo di rimediare, dando tutte le informazioni necessarie per poterlo, nei limiti del possibile, prevenire, affrontare e curare. Il tumore della vescica ha un’incidenza tre volte superiore negli uomini rispetto che nelle donne e insorge più comunemente dopo i sessant’anni. La buona notizia è che, nella maggior parte dei casi, si può curare e tenere sotto-controllo e una buona e tempestiva terapia permette di condurre una vita normale e di buona qualità. Come sempre, quando parliamo di patologie, ricordiamo l’importanza della diagnosi precoce: il fattore principale che permette di fare la differenza sulla prognosi.
Il cancro della vescica è considerato un tumore piuttosto raro quindi, al momento, il Ministero della Salute non ha ancora predisposto un protocollo di screening gratuito come si fa, ad esempio, per altre tipologie di cancro. Tuttavia, questa patologia oncologica sembra avere un’incidenza maggiore negli uomini rispetto che nelle donne, pertanto è importante che gli uomini si preoccupino in prima persona di fare prevenzione. A partire dai quarant’anni è sempre consigliato fare un check-up uro-andrologico ogni 12-18 mesi. Dopo i cinquanta questa sana abitudine diventa particolarmente utile anche per escludere eventuali neoplasie a carico della vescica. Se non hai ancora effettuato il tuo controllo annuale e desideri prenotare un check-up uro-andrologico con il Dottor Andrea Del Grasso clicca qui.
Potremmo paragonare la vescica a un sacchetto contenitore, nel quale stazionano le urine fino al momento della loro espulsione. L’urina è il liquido nel quale si accumulano tutti i prodotti di scarto del sangue, filtrato dai reni. Pertanto la vescica è un ambiente ricco di batteri e tossine che, proprio per questo, la rende un organo particolarmente soggetto a infezioni. In alcuni casi le cellule di rivestimento della vescica possono trasformarsi in maligne, dando così inizio alla formazione della neoplasia. La maggior parte dei cancri vescicali resta circoscritta all’organo, anche perché la sintomatologia piuttosto specifica ne permette la diagnosi ai primi stadi. Tuttavia, è possibile che anche il cancro della vescica resti silente e abbia tempo, prima di essere curato, di metastatizzare.
I tumori, purtroppo, non sono patologie evitabili ma spesso si sviluppano per cause genetiche o assolutamente idiopatiche, quindi casuali. E’ però scientificamente provato che alcuni comportamenti e scelte di vita possono significativamente abbassare il fattore di rischio.
Il tumore è, spesso, una malattia subdola. Resta silente nei primi stadi, senza dare sintomatologia specifica o dando sintomi aspecifici e sfumati, difficili da inquadrare in un contesto oncologico. Quando i sintomi si manifestano in maniera chiara, quasi sempre il cancro è in stadio avanzato e questo pregiudica la buona riuscita delle cure. Anche il cancro della vescica maschile può comportarsi in questo modo, sebbene ci siano dei campanelli d’allarme piuttosto significativi che andrebbero colti e portati quanto prima all’attenzione dell’urologo.
Sottolineiamo che anche coloro che non conducono uno stile di vita sano, soprattutto a livello alimentare, sono più esposti al rischio di ammalarsi di tumore.
Il cancro della vescica viene diagnosticato, generalmente, con una semplice ecografia dell’apparato uro-genitale. Se all’eco lo specialista nota una neoplasia o ne ha sospetto, potrebbe suggerire ulteriori test di conferma. Ad esempio analisi del sangue, delle urine, citoscopia. In alcuni casi potrebbe essere utile una risonanza magnetica o PET, per assicurarsi che il cancro non abbia prodotto metastasi in altre parti del corpo o non sia esso stesso una metastasi partita da un tumore primitivo nato in un altro organo.
Il 95% dei casi di cancro della vescica maschile sono tumori a cellule di transizioni. Una piccola percentuale di tumori vescicali sono invece denominati primitivi a cellule squamose. Solitamente, il cancro della vescica si forma sulle pareti laterali dell’organo e appare come una formazione nodulare piatta o in rilievo.
Il cancro della vescica, soprattutto se diagnosticato in tempo, ha buone possibilità di guarigione o, comunque, di essere trattato per far sì che il paziente possa condurre una vita normale e di buona qualità. L’approccio terapeutico più utilizzato è quello chirurgico: si asporta l’intera vescica o parte di essa, in base a quanto è esteso e grave il tumore. In alcuni casi, soprattutto su neo-formazioni recenti e piccole, si utilizzano le infiltrazioni in situ di BCG, il bacillo utilizzato per vaccinare contro la tubercolosi che, spesso, si rivela un trattamento risolutivo e preventivo per le eventuali recidive. A seconda della situazione soggettiva e del parere medico si utilizzano anche terapie combinate associando alla chirurgia la radioterapia o la chemioterapia.
I dati sulla sopravvivenza a 5 anni per pazienti a cui è stato diagnosticato un tumore vescicale sono molto incoraggianti perché si parla dell’80% di guarigioni. Purtroppo, il tumore della vescica tende a recidivare dopo questo tempo, perciò i pazienti che lo hanno sconfitto dovranno mettere in conto un percorso di follow-up stretto per tutta la vita, eseguendo controlli ravvicinati, generalmente fissati ogni 4/6 mesi in base al parere medico.
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