L’endoscopia dell’apparato urinario e in particolare l’endoscopia delle alte vie urinarie (reni e ureteri) è un campo dell’urologia che ha avuto maggiore sviluppo negli ultimi decenni.
Basti pensare che fino a qualche decennio fa si eseguivano interventi a cielo aperto per eleminare i calcoli a livello renale e ureterale per non parlare dell’asportazione chirurgica dei calcoli vescicali (cistolitopassi).
Prima dell’avvento delle onde d’urto extracorporee (ESWL) i pazienti con colica renale con calcoli incuneati nell’uretere stavano mesi in attesa dell’espulsione del calcolo e i meno fortunati dovvano subire un’incisione addominale con sezione dell’uretere per estrarre il calcolo.
Patologie frequenti come la calcolosi ureterale e vescicale hanno beneficiato delle varie innovazioni tecniche come l’utilizzo di strumenti flessibili con fibre ottiche che per loro ridotte dimensioni e la flessibilità attiva permettono l’esplorazione di tutte le vie urinarie fino agli ultimi calici renali.
Inizialmente questi strumenti flessibili venivano usati solo a scopo diagnostico, per individuare eventuali neoformazioni dell’uretere e della pelvi renale.
Solo dopo la comparsa di energie come il laser si è reso possibile la frammentazione di calcoli anche di notevoli dimensioni presenti nel rene, negli ureteri e nella vescica.
L’energia laser infatti più essere trasferita da fibre che possono essere inserite dentro i canali operatori degli strumenti flessibili.
Alcune misure permettono di capire la grandezza degli strumenti: i modelli più utilizzati di ureterorenoscopio hanno un diametro minore di 2,5 mm e la fibra laser ha un diametro di 0,2 mm.
Questa associazione tra strumenti flessibili e fibre sottilissime ha permesso che la chirurgia a cielo aperto per il trattamento della calcolosi urinaria è divenuta cosa rara.
Ureterolitotrissia laser (ULT), la litotrissia endorenale endoscopica RIRS, l’approccio combinato anterogrado-retrogrado (Endoscopic Combined IntraRenal Surgery – ECIRS), la nefrolitotrissia percutanea (PCNL), la mini PERC sono ad oggi gli interventi di scelta che permettono la completa frantumazione della maggior parte dei calcoli nelle alte vie urinarie.
In tutti questi interventi il laser a olmio permette di operare efficacemente e con tempi contenuti.
Il laser a olmio è stato introdotto nel 1996 anche per il trattamento dell’Ipertrofia Prostatica Benigna. L’intervento endoscopico HoLEP (Enucleazione Trans Uretrale di Adenoma Prostatico con Laser ad Holmio) rende possibile il trattamento per via endoscopica anche di adenomi prostatici di notevoli dimensioni sostituendo e rendendo ormai obsoleto l’intervento a cielo aperto di adenomectomia trans vescicale.
Con la HoLEP si riducono le complicanze, e in modo particolare si riduce il sanguinamento, l’invasività della procedura e la durata della degenza.
Ad oggi con l’HoLEP e con la TURP (Resezione prostatica transuretrale con energia bipolare) si riesce a trattare per via endoscopica qualsiasi grado di ipertrofia prostatica e qualsiasi volume di adenoma prostatico. Risultati analoghi per il trattamento dell’ipertrofia prostatica si hanno con l’utilizzo del GreeLaser. L’enucleazione endoscopica GreeLEP è paragonabile all’HoLEP per efficacia disostruttiva e riduzione delle complicanze intra e post operatorie.
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