La chirurgia robotica urologica è l’ultima frontiera della tecnologia, per affrontare interventi chirurgici, anche di una certa importanza, garantendo al paziente la minore invasività possibile. E, di conseguenza, tempi di recupero decisamente più brevi e meno costellati da fastidi, dolori e degenza a letto. Un’importante traguardo, che in molti casi diventa scelta d’elezione per l’approccio chirurgico anche in ambito urologico.
Prima di entrare nello specifico, ossia di spiegarvi in quali casi di patologia urologica può essere applicata la chirurgia robotica, è bene spendere due parole per capire esattamente di cosa si tratta e come funziona questa innovativa tecnologia d’avanguardia. Si tratta di una tecnica relativamente recente, che consiste nell’eseguire interventi chirurgici con l’utilizzo di un robot. Tale robot è dotato di bracci metallici ai quali vengono fissati gli strumenti chirurgici che serviranno per effettuare l’intervento. Durante un’operazione di questo tipo, il chirurgo è fisicamente distante dal paziente, posizionato a una consolle, grazie alla quale può manovrare il robot osservando il paziente in uno schermo.
La chirurgia robotica permette di eseguire interventi di altissima precisione, minimizzando e portando quasi a zero il rischio di errore.
Laddove è possibile, e nelle strutture che offrono questo servizio, come ad esempio Villa Donatello a Firenze, dove opera personalmente il Dottor Andrea Del Grasso, la chirurgia robotica rappresenta sempre una scelta migliore rispetto alla tradizionale.
Anche in ambito urologico, quando il medico ritiene che il caso e il paziente siano idonei, è possibile applicare la chirurgia robotica. Come abbiamo già detto, uno dei vantaggi di questa tecnologia è quello di rappresentare una scelta d’elezione quando si parla di tumori. La chirurgia robotica urologica, infatti, può essere una soluzione nel caso di tumore alla prostata.
Il cancro alla prostata è, ad oggi, uno di quei tumori maligni che, soprattutto se diagnosticato precocemente, ha un elevato margine di successo per quanto riguarda la guarigione. Ci sono diverse opzioni per trattare un carcinoma prostatico, a seconda della sua gravità e della sua aggressività. Si può osservarne l’evoluzione nell’ambito di un follow-up stretto o scegliere la radioterapia. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, si opta per l’asportazione chirurgica. La chirurgia robotica urologica è, spesso, l’approccio migliore.
E’ possibile sia intervenire per eliminare totalmente la prostata, nei casi in cui questo è necessario per preservare la salute e la sopravvivenza del paziente, sia di eseguire il cosiddetto “nerve sparing”.
Nei pazienti in cui il cancro è circoscritto a una piccola porzione della ghiandola prostatica è possibile rimuovere solo la prostata, conservando le terminazioni nervose presenti a tratto contatto con la ghiandola. Questo permetterà di preservare con probabilità molto maggiori la funzionalità sessuale. Che, generalmente, viene mantenuta anche in caso di prostatectomia totale con metodo tradizionale ma, purtroppo, a volte i pazienti lamentano un calo della funzionalità erettile o disagi nella sfera sessuale.
Con l’ausilio della chirurgia robotica urologica è possibile trattare con maggiore efficcia anche casi di tumore alla prostata complicati dall’interessamento oncologico dei linfonodi loco-regionali e delle vescicole seminali. La straordinaria stabilità del robot consente, infatti, di operare con altissima precisione anche in aree così ristrette.
Un altro importante ambito nel quale la chirurgia robotica urologica ha permesso di fare grandi passi avanti, ottenendo risultati fino a un paio di decenni fa impensabili, è quello dei tumori renali. Grazie a questa straordinaria tecnologia, oggi si riescono a trattare anche casi di tumore al rene particolarmente perniciosi. Il tutto riuscendo a mantenere, nella maggior parte dei casi, la funzionalità renale. Sempre riguardo al rene, con l’ausilio della chirurgia robotica è possibile anche correggere anomalie e malformazioni congenite, cosa che ha permesso a molti piccoli pazienti di poter condurre una vita normale preservando entrambi i reni, anche se affetti da problematiche fin dalla nascita.
Come tutti ben sappiamo, ogni paziente è un mondo a se stante. Pertanto non esiste una linea guida generale che vada bene per tutti ma ogni singolo caso va studiato e trattato in base a una moltitudine di fattori. Sarà il medico specialista a proporre, laddove il paziente sia idoneo, la possibilità di ricorrere alla chirurgia robotica urologica anziché sottoporsi a un intervento di chirurgia tradizionale.
Se sei un paziente oncologico a cui è stato prospettata la necessità di un intervento, e preferiresti affidarti alla chirurgia robotica anziché a quella classica, puoi chiedere un consulto al Dottor Andrea Del Grasso, che riceve a Prato, Bologna e Firenze. Nel corso della visita pre-operatoria potrai discutere con lui del tuo desiderio di ricevere questo tipo di trattamento e, insieme, valuterete la tua situazione e deciderete se questo approccio è fattibile. Per prenotare subito un appuntamento clicca qui.
Su questo sito utilizziamo strumenti propri o di terze parti che memorizzano piccoli file (cookie) sul tuo dispositivo. I cookie vengono normalmente utilizzati per consentire il corretto funzionamento del sito (cookie tecnici), per generare report sull’utilizzo della navigazione (cookie statistici) e per pubblicizzare adeguatamente i nostri servizi/prodotti (cookie di profilazione). Possiamo utilizzare direttamente cookie tecnici, ma hai il diritto di scegliere se abilitare o meno i cookie statistici e di profilazione. Abilitando questi cookie, ci aiuti a offrirti un’esperienza migliore.