La colica renale è una condizione acuta, cioè un evento che insorge improvvisamente e che crea forte dolore e disagio. Si dice che il dolore generato da questa condizione sia paragonabile a quello che provano le donne durante il travaglio. Infatti, se si è vittima di una colica renale è fondamentale ricorrere alle cure del Pronto Soccorso il prima possibile, soprattutto per farsi aiutare nella gestione del fortissimo dolore. Nel corso di questo articolo vedremo quali sono le cause che portano all’evento acuto, come si diagnostica e come si cura. Infine, cercheremo di dare qualche consiglio per la prevenzione che, come tutti ben sappiamo, è sempre la prima forma di terapia da mettere in atto.
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La colica renale è l’ultimo stadio della calcolosi. Quando un calcolo (o più calcoli) ostruiscono il passaggio dell’urina o premono sulle pareti e sui tessuti, si ha la cosiddetta colica. Ossia degli spasmi estremamente dolorosi provocati dal passaggio dei calcoli attraverso tutto l’apparato urinario. Possiamo quindi dire che le coliche renali sono sì eventi improvvisi ma che non accadono da un momento all’altro. Sono infatti generate dalla stadiazione (a volte lunga anche mesi o anni) di calcoli nel rene. Per questo è importantissima la prevenzione, di cui parleremo a fine articolo, e il follow-up stretto e costante in caso di rilevamento di calcoli urinari.
I sintomi di una colica renale variano, anche per quanto riguarda la gravità, in base al numero e alla grandezza dei calcoli che stanno attraversando l’apparato urinario.
La diagnosi di colica urinaria viene fatta quasi sempre basandosi sui sintomi descritti dal paziente che sono molto tipici e specifici. Una volta circoscritto il sospetto diagnostico, per valutarne con precisione il quadro clinico e capire quanti e quanto grandi calcoli stiano transitando, si eseguono uno o più dei seguenti esami:
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Nella maggior parte dei casi la colica renale acuta viene curata in Pronto Soccorso o, comunque, in regime di ricovero ospedaliero. La terapia si basa soprattutto sulla forte idratazione (si incita il paziente a bere abbondantemente) e si somministra fisiologica in vena per stimolare una forte diuresi (capace, spesso, di espellere il calcolo per via fisiologica). A questo si abbina una terapia per gestire il dolore quindi si somministrano antidolorifici, a volte anche oppiacei o a base di morfina, proprio perché il dolore di una colica renale può essere fortissimo. A questo si possono associare, se necessario, terapie complementari come antinfiammatori e terpie alfalitiche e antipiretici, se c’è febbre, antiemetici se c’è vomito, antibiotici in caso di infezione batterica.
Si ricorre a terapie più aggressive, come l’ESWL: litrossia extracorporea.
Solo in rari casi, per fortuna, è necessario ricorrere alla chirurgia per estrarre il calcolo come ureteroreno litrotrissia retrograda o percutanea.
La prevenzione della colica renale si basa, naturalmente, sulla prevenzione dei calcoli. I calcoli si formano spesso in persone che bevono poca acqua o che sono geneticamente portate a produrli, a chi ha familiarità ma anche per cause idiopatiche.
sono abitudini che promuovono il benessere renale. E minimizzano il rischio di produrre calcoli.
E’ buona norma, fin da bambini (quindi insistiamo su questo con i nostri figli) evitare sempre di trattenere l’urina a lungo quando si sente il bisogno di urinare. E, ovviamente, sottoporsi a un check-up urologico e andrologico con periodicità costante, almeno una volta ogni 12-18 mesi in assenza di patologie specifiche.
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