La flussometria è uno degli esami che vengono richiesti dall’urologo per documentare la forza del getto urinario in pazienti che hanno ipertrofia prostatica.
È un esame semplice e non invasivo che consiste nell’urinare in uno strumento che registra quanta urina esce nel tempo della minzione.
Lo strumento riporta i valori del flusso in un grafico che permette di capire se il flusso urinario è normale o se si possono ipotizzare problemi ostruttivi causati dall’ipertrofia prostatica o da altre cause che rendono difficile la minzione.
Dopo la registrazione segue il controllo ecografico del residuo post minzionale di urina ovvero della quantità di urina che il paziente non riesce a urinare e che rimane all’interno della vescica. Anche questa misura non è invasiva ed è indolore in quanto viene appoggiata semplicemente la sonda ecografica sopra l’addome.
Molte e tutte importanti.
Innanzitutto si analizza il grafico della minzione che normalmente ha una fase di crescita veloce per poi raggiungere un massimo (QMax) e poi ridursi con una velocità meno rapida. Il grafico normale ha una forma a campana.
L’esame fornisce inoltre il volume di urina emesso (VComp) importante per ipotizzare le caratteristiche funzionali della vescica.
Lo strumento riporta inoltre il flusso medio (QAve), le eventuali interruzioni del flusso (Flusso intermittente).
La maggior parte dei moderni flussometri riportano i dati ottenuti in nomogrammi dando informazioni se i parametri del flusso rientrano o no nella normalità. Possiamo comunque considerare normale un flusso con QMax >15 ml/sec. Se il QMax è inferiore a 10 ml/sec può essere considerato ridotto.
Dall’analisi del flusso e dai parametri il flusso può essere pertanto continuo o intermittente. Il flusso continuo può essere normale o con andamento ondulato o frazionato. In base agli indici velocimetrici può essere normali o ridotto.
Affinche la flussometria possa essere signifilativa il volume di urina emessa deve essere da 150 a 450 ml. Se maggiore o minore di questo parametri è opportuno ripetere l’esame.
Alcune situazioni cliniche non permettono di arrivare a un flusso con volumi significativi. Situazioni come urgenza minzionale o incontinenza urinaria impediscono al paziente di trattenere l’urina. In questi casi sarà l’urologo che cercherà di interpretare il flusso della minzine anche se questo non è significativo. Rimane utile l’informazione del residuo post minzione.
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