Uroflussometria: si tratta di un esame diagnostico estremamente semplice. Non invasivo e totalmente indolore. Che, però, è fondamentale per la diagnosi di un’ampia gamma di patologie a carico dell’apparato urinario maschile. Inoltre, è importante nello screening di prevenzione e per la diagnosi precoce delle patologie prostatiche. E’ importante ricordare che, ad oggi, la maggior parte delle patologie della prostata come per esempio l’ipertofia prostatica benigna hanno un ottimo margine di trattamento e guarigione. La buona prognosi, però, è altamente e fortemente influenzata da quella che usiamo chiamare: diagnosi precoce. In poche parole: prima si scopre la patologia (quindi quando i sintomi sono molto lievi o addirittura assenti) e maggiore è la percentuale di possibilità di guarigione. Il test del flusso urinario, di cui parleremo più approfonditamente nei prossimi paragrafi, serve anche a questo. A valutare, tra le altre cose, la funzionalità prostatica e a escludere patologie a carico della ghiandola.
Con il termine uroflussometria si intende un particolare test delle urine. Che consiste nel rilevare e valutare tre parametri minzionali durante la minzione stessa.
Questi tre parametri sono fondamentali per valutare la salute dell’apparato urinario. Cerchiamo di capirne bene i motivi. Essere informati e sapere esattamente a cosa serve un esame e perché si fa è molto importante. Perché fa comprendere ai pazienti quanto sia corretto sottoporsi a determinati controlli e quante patologie e disturbi si possono evitare o curare in tempo, senza che degenerino in qualcosa di più complicato.
Sapere quante urine si riescono ad eliminare durante una minzione è utile per valutare la capacità e la funzionalità vescicale, nonché il corretto funzionamento dei reni. Un individuo sano, infatti, produce in media 1/3 litri di urina ogni giorno, suddivisa in 6/8 minzioni. Naturalmente questi sono dati di massima. Le valutazioni soggettive vanno fatte dal medico tenendo conto delle condizioni del paziente, delle sue abitudini e della sua unicità.
Un individuo sano, quando urina, dovrebbe riuscire a produrre un getto piuttosto potente e regolare. L’urina dovrebbe scorrere agevolmente, senza intoppi e senza pause. La velocità del flusso urinario è un indicatore importante per escludere alcuni disagi a livello urinario. Quando il flusso urinario è lento, discontinuo e bisogna sforzarsi continuamente per riuscire a eliminare urina residua, è possibile che questo sia sintomo di:
Infine, un altro dato a cui porre attenzione durante un test di uroflussometria è il tempo totale di minzione. Quindi da quando il paziente fa il primo sforzo per far iniziare fino all’ultima goccia di urina che fuoriesce, quasi sempre, in maniera spontanea. Questo dato dà l’idea di quanti minuti/secondi il paziente ha bisogno per espellere tutte le urine che sente di avere in vescica. Quando è troppo breve può essere indicatore di poca urina presente (o di ritenzione di urina in vescica). Quando è troppo lungo può indicare o un’eccessiva produzione di urina o difficoltà durante l’atto (ad esempio pause durante il flusso con necessità di dover sforzare nuovamente per ricominciare a urinare).
Questi tre dati saranno poi interpretati dallo specialista. Che terrà conto sicuramente del dato oggettivo (quindi del valore ottenuto dal paziente rispetto al range di normalità). Ma che contestualizzerà anche i valori ottenuti rispetto alla soggettività: età, patologie, abitudini, eventuali farmaci assunti.
Il test di uroflussometria viene generalmente richiesto o dal medico curante (che ascoltata l’anamnesi consiglia al paziente una visita specialistica e l’esecuzione del test) o dall’urologo di riferimento dopo la consueta visita obiettiva.
Di solito una uroflussometria può essere richiesta in presenza di uno o più dei seguenti sintomi:
Tutti questi sono potenziali sintomi di patologie che possono essere escluse o confermate dal test del flusso urinario.
Premessa: come la maggior parte degli esami diagnostici, la uroflussometria è solo uno dei test che contribuiscono ad arrivare a un’eventuale diagnosi. Di fatto, dei valori non corretti di uroflussometria potrebbero anche non essere assolutamente patologici. Sta sempre al medico valutare i risultati e contestualizzarli all’interno del quadro clinico del singolo paziente.
L’uroflussometria è un esame: veloce, indolore, non invasivo. Non ha nessuna controindicazione né alcun effetto collaterale. Consiste semplicemente nell’urinare in un apposito contenitore, come se fosse un normalissimo water. L’imbuto raccoglitore, che è un dispositivo tecnologico ad alta sensibilità, rileverà i tre parametri (volume, velocità e tempo totale) ed elaborerà il risultato. Che, di norma, viene analizzato immediatamente dal medico che darà responso quanto prima al paziente.
Per eseguire l’uroflussimetria non è necessario fare nessuna complicata preparazione. Può essere utile bere dell’acqua nell’ora che precede l’esame per favorire il riempimento della vescica e cercare di trattenere le urine fino al momento di eseguire il test. Dopo aver effettuato il test il paziente può tranquillamente tornare a casa e svolgere tutte le sue attività. Non è, pertanto, necessario farsi accompagnare perché si potrà tornare a casa guidando, camminando o con i mezzi pubblici senza pericolo. Infatti, per eseguire l’esame non si somministrano né farmaci né liquidi di contrasto. Ripetiamo: si tratta semplicemente di urinare in un apposito imbuto raccoglitore collegato a un macchinario computerizzato. Proprio per questo ribadiamo l’importanza di eseguire l’esame ogni volta che il medico lo consiglia. Senza provare nessun dolore né avere disagi e disturbi si può controllare la propria salute vescicale e prostatica ed escludere patologie o ottenere, eventualmente, le preziose diagnosi precoci. Che sono quelle che permettono di affrontare patologie importanti con ampissimi margini di guarigione.
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