Cominciamo col dire che sì, c’è correlazione, effettivamente, tra varicocele e infertilità maschile. Si stima che circa il 35% degli uomini con problemi di fertilità e fecondità soffrano, contestualmente, anche di dilatazione venosa in sede scrotale. Nel corso di questo articolo andremo a cercare di spiegare e capire il perché. Capiremo cos’è esattamente un varicocele, come riconoscerlo (anche in fase precoce), quando rivolgersi all’andrologo per sospetto, come diagnosticarlo e come curarlo. Inoltre, vedremo come mai questa problematica può influire anche sulla capacità di concepimento.
In medicina viene definita “varicocele” l’anomala dilatazione delle vene scrotali deputate a far defluire il sangue povero di ossigeno dai testicoli. I testicoli sono le due organi posti all’interno dello scroto, che producono gli spermatozoi. Ovviamente, le gonadi sono irrorate dal sangue ricco di ossigeno che, al ritorno, defluisce. Deputate a questa mansione fisiologica sono le vene spermatiche che, quando si dilatano in maniera eccessiva e anormale, vengono definite col nome di varicocele.
Nella stragrande maggioranza dei casi il varicocele è una patologia idiopatica: significa che esordisce senza nessuna causa apparente e, di conseguenza, senza che possa essere messa in atto alcun tipo di strategia preventiva.
Tuttavia, in alcuni casi, fortunatamente i più rari e quasi interamente circoscritti a uomini di età superiore ai 40 anni, il varicocele (detto secondario in questo caso) può essere associato a tumore addominale/pelvico.
Il varicocele idiopatico (quindi il più comune, non associato in alcun modo a tumore né ad altre patologie più gravi) è un problema molto comune tra gli uomini. Si stima 1 uomo su 8 abbia lo abbia sperimentato e superato, almeno una volta nella vita. Ricordiamo, infatti, che i varicoceli primari o idiopatici non sono pericolosi per la salute né per la sopravvivenza e vengono tranquillamente curati. Ne parleremo dopo.
Accorgersi di avere un varicocele di grado elevato è piuttosto semplice, pertanto parliamo di una problematica che, quasi sempre, viene auto-diagnosticata. I varicoceli di grado lieve e medio sono di difficile autodiagnosi e vengono rilevati solo dal medico dutìrante una visita dei genitali. E’ importantissimo rivolgersi quanto prima, in presenza di sintomi evidenti o dubbi, all’urologo/andrologo di fiducia. Ricordiamo che, come tutte le patologie, la diagnosi precoce è fondamentale per la veloce e rapida risoluzione del problema e per minimizzare più possibile il rischio di ricadute e conseguenze.
Attenzione: nella maggior perte dei casi il varicocele può essere del tutto asintomatico. Per questo continuiamo a ricordare l’importanza dei check-up andro-urologici annuali. Moltissimi pazienti scoprono di soffrire di questo disturbo in maniera del tutto occasionale durante un normale controllo.
La diagnosi di varicocele è molto semplice: di solito il paziente si reca dal medico già con il sospetto e il professionista conferma grazie a un esame obiettivo, alla palpazione e, al limite, a un’ecografia. L’eco è raccomandata soprattutto nei casi dubbi quando il dolore e il gonfiore non sono così evidenti da poter certificare una diagnosi sicura.
L’approccio terapeutico al varicocele idiopatico, o primario, dipende dalla gravità della patologia.
Nel caso, ripetiamo raro, in cui i varicoceli siano correlati a tumore pelvico, naturalmente sarà l’urologo o l’andrologo a pianificare gli interventi terapeutici e a valutare le azioni da intraprendere in collaborazione con l’oncologo.
Il varicocele, soprattutto se diagnosticato e curato tempestivamente, nella maggior parte dei casi non è foriero di complicanze o conseguenze permanenti.
Come dicevamo all’inizio, si stima che nel 35% dei casi possa portare infertilità. Di solito tale condizione è reversibile, nel senso che una volta risolta la problematica il paziente dovrebbe poter ricominciare a essere fertile. Di fatto, si consiglia a tutti gli uomini che non riescono a concepire (rapporti mirati e non protetti da 8/12 mesi con compagna fertile) di sottoporsi a una visita obiettiva (ed eventuale controllo ecografico) per escludere un varicocele asintomatico. Che potrebbe, effettivamente, compromettere la capacità riproduttiva.
Un’altra complicanza del varicocele è l’atrofia testicolare (anche questa causa di infertilità, spesso anche irreversibile se non si interviene): i testicoli diventano più piccoli e smettono di produrre spermatozoi. Per questo ricordiamo l’importanza fondamentale di rivolgersi al medico al primo campanello d’allarme e di eseguire controllo di screening, soprattutto in età di massima fertilità (18/40 anni).
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